Buone, belle, gustose e profumate, ma non solo: oggi i consumatori, molto più che in passato, puntano alla qualità della frutta acquistata.
Per il vivaista di fragole quindi la certificazione delle piante rappresenta una garanzia di elevato standard sanitario e qualitativo.
La certificazione del materiale di propagazione vegetale è un sistema ufficiale di controllo, messo in atto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali al fine di assicurare ai produttori piante sane dal punto di vista fitosanitario e geneticamente rispondenti alle caratteristiche varietali.
Il processo di produzione di piante certificate è controllato ufficialmente da istituzioni pubbliche e private.
Gli obiettivi della Certificazione sono:
• produzione di materiale di qualità superiore dal punto di vista genetico e fitosanitario;
• prevenzione della diffusione di malattie;
• miglioramento della qualità delle produzioni;
• tracciabilità nella filiera.
La produzione di piante di fragola certificate è un processo articolato in 4 fasi successive:
1) Centro di Conservazione per la Premoltiplicazione (CCP): questa fase dà origine a materiale di categoria ‘prebase'. In Centri pubblici o privati le piante madri sono coltivate in serre a rete, a prova di insetto, collocate in zone libere da coltivazioni di fragola per un raggio di almeno 100 m.
Durante il processo produttivo tutte le piante madri sono soggette a due tipi di controlli fitosanitari: visivi e saggi di laboratorio per virus, funghi, fitoplasmi, batteri e nematodi. Inoltre, tutte le piante madri sono sottoposte a controlli visivi di corrispondenza genetica.
2) Centro di Premoltiplicazione – prima fase (CP1): questa fase dà origine a piante di categoria ‘base'. In questi Centri, pubblici o privati, la coltivazione delle piante madri ‘prebase' provenienti dal CCP avviene in screen-house. Le piante devono essere coltivate in contenitori singoli e collocate in zone libere da coltivazioni di fragola per un raggio di almeno 100 m. I controlli fitosanitari sono visivi su tutte le piante madri. I saggi in laboratorio si effettuano per virus e fitoplasmi sul 2% delle piante madri; per i batteri su un campione di massimo 5 piante; per i funghi sul 30% delle piante madri presenti; mentre per i nematodi si effettuano osservazioni visive.
3) Centro di Premoltiplicazione – seconda fase (CP2): questa fase dà origine a piante di categoria ‘base'. In questi Centri pubblici o privati è consentita la coltivazione delle piante madri ‘base' (provenienti dal CP1) sia in tunnel-screen sia in pieno campo, in zone libere da coltivazioni di fragole per 500. Le piante madri sono sottoposte a controlli fitosanitari visivi su ognuna e a saggi di laboratorio per virus, fitoplasmi, batteri e funghi, ed inoltre vengono effettuate osservazioni visive per i nematodi.
4) Centro di Moltiplicazione (vivaio): questa fase dà origine a piante di categoria “certificato”. La coltivazione delle piante madri provenienti dal CP2 avviene in pieno campo su terreni che non devono aver ospitato fragole da almeno 4 anni. Questi vivai devono essere collocati in zone libere da impianti di fragola da frutto per almeno 250 m. Le piante sono sottoposte a controlli visivi sia per gli aspetti fitopatologici sia di corrispondenza varietale.
Per saperne di più, consulta il capitolo Certificazione delle piante di Patrizia Turci (volume digitale “la fragola”, collana Coltura & Cultura).
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